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Suono 268 Rega Hal + Exon Giorgio Mele

preamplificatore + finali monofonici Exon

Rega, una volta noto "solo" per i suoi giradischi (semplici, musicalissimi, economici), da qualche tempo ha iniziato a interessarsi anche di altri settori merceologici. E con risultati lusinghieri e originali.

Rega è ormai un marchio consolidato nel mondo dell'alta fedeltà. La sua produzione non è molto ampia, ma contempla prodotti di grande valore tecnico e musicale. Fu fondato da Rov Gandy alla fine degli anni settanta, e si impose presto all'attenzione per i suoi giradischi e bracci di elevatissimo rapporto qualità-prezzo. Il Rega Planar 3 con il braccio RB 300r e testina Elys, nella sua nuova veste estetica tutta in giallo, é stato da noi provato con grande soddisfazione, nel primo impianto di maggio. Nel nuovo catalogo c'è anche un nuovo giradischi di riferimento denominato Rega Planar 9 .Oltre ai 'turn tables" la piccola ditta britannica ha nel proprio catalogo alcuni diffusori, e tre amplificatori integrati (Brio, Elex, provati anch'essi dalla nostra rivista nei mesi scorsi, e Elicit).
Nella fattispecie proviamo il nuovo preamplificatore HaI insieme alla coppia di finali monofonici Exon, che rappresentano il top della produzione Rega; per la cronaca, il preamplificatore può essere accoppiato anche con il finale stereo Exs. Anche questi modelli si ispirano alla filosofia che ha ispirato Rega dal principio: non concedere nulla ai fronzoli, ma concentrare tutte le proprie risorse su quelle parti che influiscono decisamente sulla qualità sonora, contenendo il più possibile il prezzo per raggiungere un più vasto pubblico.
La linea estetica del preamplificatore e dei finali non si discosta da quella degli integrati. Ci troviamo di fronte dei parallelepipedi tutti neri e molto sottili che poggiano su quattro piedini di gomma. Diversamente dall'Elex, che aveva la scritta in viola, non vi sono note di colore particolari. Caratteristica di tutti e tre i componenti è che una parte del cabinet, in alluminio, di ampio spessore, è percorsa sia sul lato superiore che su quello inferiore da profonde scanalature che hanno la funzione di dissipare il colore.
Il frontale dell'Hal ha in leggero rilievo la mascherina in plastica, che ospita i pulsantini dei comandi e la manopola del volume, dotata ha un piccolo led al fondo di una scanalatura trasversale. Tutte le funzioni del pre possono essere attivate attraverso un comodo e funzionale telecomando. Sul pannello posteriore possiamo notare una selva di ingressi, a dimostrazione della buona versatilità di ~Hal":
un ingresso phono che può utilizzare testine MM o MC, la cui commutazione può essere operata solo all'interno del cabinet, e altri sei ingressi linea RCA (CD, Tuner, Tape 1, Tape 2, Aux 1, Aux 2). A fianco le due uscite XLR Neutrik per la connessione con i finali, per la quale vengono utilizzati dei cavi Klotz, costruiti su specifiche Rega.
Per accedere all'interno del pre, occorre rimuovere i piedini di gomma sotto i quali troviamo 4 grosse viti a brugola che tengono insieme le due metà del cabinet. All'interno si può notare una buona ingegnerizzazione con un cablaggio non minimo, ma comunque abbastanza limitato. All'estremità destra vi èun trasformatore toroidale e una piccola scheda di controllo con chip Toshiba. Tutto il resto dello spazio è occupato da una grande scheda gialla su cui si sviluppa l'intera circuitazione. L'HaI, come l'Elex e l'Elicit, prevede un circuito completamente simmetrico, con dispositivo di alimentazione e di allineamento unico, proprio perché è simmetrico in tutti gli stadi. Nella sezione phono il carattere simmetrico del progetto si nota anche dal doppio switch per la commutazione MM o MC, uno per il canale destro e uno per il canale sinistro. La componentistica infine è di assoluta qualità, con resistenze sia di strato metallico che di ossido di metallo, condensatori al polipropilene e operazionali integrati Clare. Per il potenziometro è stato utilizzato un componente Alps della serie blu con case metallico e pellicola plastica. Nel mezzo della grande scheda gialla possiamo notare un piccolo contenitore trasparente con il relay che attiva e controlla le funzioni di protezione attraverso un computer.
I finali Exon hanno un frontale decisamente scarno, fornito solo di un pulsante d'accensione e un piccolo led rosso. Sul retro-pannello, oltre alla presa di connessione con il pre, troviamo i morsetti per i cavi di potenza che accettano solo terminazioni a banana da 4 mm. Anche i finali si avvalgono dello specifico progetto di un circuito totalmente simmetrico, teso ad eliminare interferenze e rumori estranei. Il progetto trova la sua logica conclusione con l'utilizzazione di due generosi trasformatori toroidali separati, uno per ogni linea della sezione di alimentazione. Anche la sezione filtraggio mantiene questa configurazione duale con due gruppi di 4 condensatori elettrolitici da 4.700 microfarad ciascuno per un totale, davvero notevole, di 37.600 microfarad. A ridosso della sezione alimentazione troviamo la mother board, gialla in vetronite, su cui è fissata tutta la circuitazione, che fa uso di componenti di buona qualità. Il cablaggio è in questo caso praticamente inesistente. I transistor finali, 4 per ogni componente, sono fissati al di sotto di una barra di alluminio collegata al pannello inferiore che agisce da dissipatore di calore. La potenza erogata è di 125 watt su 8 ohm e 225 watt su 4 ohm, la risposta in frequenza si estende fino a 73 kHz, l'impedenza d'ingresso è di 70 kohm.
La prova di ascolto è stata realizzata utilizzando il CD Marantz CD1O, Thorens 160 + Grado, diffusori Chord LS5\ 12, cavi Audioquest, Naim, Mit, Van den Hul, kimber Cable. supporti Solid Steel.
Per quanto riguarda l'installazione bisogna evitare di impilarli l'uno sull'altro. I finali infatti producono notevole calore e la scocca metallica raggiunge temperature elevate. E quindi opportuno collocarli su piani diversi e ben distanziati, con molta aria intorno. Rega consiglia anche di collocare i finali a sinistra del pre. Un consiglio utile ma non necessario. E bene ricordare che è possibile usare i finali per pilotare diffusori predisposti per il bi-amping, chiaramente raddoppiando la coppia degli amplificatori.
L'impostazione sonora fondamentale dei nostri non si discosta molto da quella che avevo ascoltato con l'integrato Elex, caratterizzata da una notevole trasparenza, capacità di restituire con precisione il dettaglio e il microcontrasto, dinamica elevata. Il trio HaI e Exon\ Exon perfeziona notevolmente queste doti, in più è capace di assicurare calore e forza alla riproduzione sonora facendo perdere ogni traccia di asetticità e di freddezza. Un'altra cosa che colpisce è l'ampiezza e la saldezza dell'immagine, molto ben sviluppata in altezza, in larghezza e soprattutto in profondità e poi una timbrica rigorosa, coerente e dotata di grande neutralità e un ottimo effetto di padronanza su tutto lo spettro. Tutti i pregi che collocano questi Rega in una fascia di assoluto valore a diretto contatto con soluzioni anche di costo più elevato. Ascoltiamo innanzitutto alcuni brani di musica lirica (Verdi, Puccini, Rossini). Le voci hanno una saldezza e una presenza assolutamente mirabili. In alcuni pezzi della Modame Buttenfly il soprano è a grandezza naturale, la modulazione della voce è perfetta in tutti i passaggi, non si riscontrano arretramenti o cadute della presenza scenica. La vocalizzazione è aperta e fluida con contorni definiti e precisi nel complesso della trama musicale. Anche le interpretazioni maschili possiedono autorevolezza e corpo. E stato interessante seguire le diverse voci di tenore, Domingo, Pavarotti, ecc. che emergono ognuna con le proprie caratteristiche, con le diverse tonalità, con una rispondenza al vero impressionante grazie all'elevato rigore tonale dei Rega.
La scena è in ogni occasione ben strutturata e molto compatta e questa caratteristica si esalta con le registrazioni dal vivo, in cui si può apprezzare la coerenza dello spazio scenico, avvertire i movimenti sullo stage. la collocazione, la saldezza dell'accompagnamento orchestrale, con le varie sonorità che sono sempre ben intellegibili.
Passiamo ora al jazz, con pezzi di Keith Jarret, John Coltrane, Dexter Gordon, Miles Davis, Ella Fitzgerald e Duke Ellington. Le doti di trasparenza di cui abbiamo già detto esaltano le prestazioni dei vari strumenti e la ricostruzione di tutti i passaggi sonori sia dei pezzi più lenti che delle jam session più concitate. I colpi della batteria sono in ogni occasione inappuntabili, netti, precisi, veloci, i piatti sono pronti e lucidi, mai pungenti, la grancassa profonda e potente. Il sax di Dexter Gordon è discreto e potente, pieno di sfumature che si seguono con facilità anche quando i pezzi si fanno più concitati e talvolta svisati. La tromba di Miles è chiarissima, naturalmente aspra e al contempo pastosa e coinvolgente. Veramente di gran livello sono i giri di basso, che possiedono una definizione che poche altre volte ho potuto ascoltare, con apparecchi di questo costo, fino alle ottave più basse, dove non si nota alcuna sbavatura o perdita di controllo.
Il pianoforte, sempre ben collocato nella scena, è riprodotto con accuratezza in tutti i passaggi, dal registro grave alle elucubrazioni ora svelte e nervose, ora più meditative, in gamma alta. Rimarchevole, anzi eccellente, lo sviluppo in gamma media, che mostra una raffinatezza fatta di calore e di definizione, paragonabili a componenti di classe superiore. Ascoltiamo ora Connels. un gruppo che ci riporta alle sonorità degli anni '60 e primi '70, molto simile allo stile Bvrds. Anche in questo caso non possiamo non sottolineare la capacità di ricostruzione ambientale della collocazione dei vari strumenti e dei vocalist. Le voci sono, come riscontrato in precedenza, pressoché perfette e ben sistemate in ogni passaggio. La chitarra acustica ha un suono piacevole e arioso, con una buona varietà cromatica, sia quando affronta pezzi solisti o quando, più spesso, accompagna, sempre con contorni chiarissimi, la melodia e il canto. La chitarra elettrica è fluida e distesa, la batteria anche qui è tesa e potente e il basso elettrico discreto e profondo.
Ascolto l'ultima fatica di Neil Young insieme ai Pearì Jam, un tipo di musica che sembrerebbe, di primo acchito, meno congeniale alla compostezza dei Rega. Niente paura, anche con il rock e le sonorità post-grunge possiamo stare tranquilli. La performance è naturale e piena di pathos. Le chitarre elettriche si ascoltano senza nessuna fatica, anche nei passaggi più contorti, la voce del cantante canadese è molto "live". L'accompagnamento è possente e ben riprodotto su tutta la gamma.
Passiamo ora alla musica classica con brani di Mozart, Mendelsohn, Vivaldi, Chopin, Handel. L'orchestra si colloca in uno spazio molto ampio e con una ottima profondità. Tutti i piani sonori sono tranquillamente percepibili, senza nessuna interferenza tra di loro. Gi archi risultano chiari e timbricamente ineccepibili, forse ad essere pignoli si potrebbe avere ancora una maggior finezza di grana, ma forse ci vorrebbe anche qualche milione in più. I fiati sono potenti e raffinati, le percussione hanno corpo e rigore. Le grandi capacità dinamiche e la saldezza timbrica rendono coinvolgenti sia i pianissimo, che denotano vitalità e concretezza, sia con i pieni, che esplodono con fascino e precisione esponendo la loro complessa tessitura senza perdere in definizione.
Con i brani di Chopin si gode un pianoforte ancora più bello di come avevamo sentito in precedenza con il jazz. il fraseggio sulla tastiera è veloce, netto, senza alcuna sfasatura. Mirabile è l'equilibrio tra i vari registri, che non trova ostacoli nella transizione dal basso, sempre esteso e controllato, all'acuto, che non perde in lucidità, passando per una gamma media, trasparente e pastoso.
Stessa sensazione abbiamo con l'organo, pulito, chiaro, sicuro, con un basso potente e virtuoso anche quando si trova impegnato nei meandri dei toni più gravi. E poi è da sottolineare la facilità con cui i Rega seguono e riproducono i percorsi della tastiera fino alle vette più elevate dei registri acuti.
Non manca in tutto questo la possibilità di gustare le innumerevoli sfumature cromatiche di questo strumento, la nettezza dei transienti. Insomma una performance veramente piacevole e naturale.
Passo all'ascolto della musica brasiliana, con pezzi di Tania Maria, Beth Carvalho, Caetano Veloso, Chico Buarque de Hollanda, Toqumbo. Le doti di trasparenza e di dettaglio trovano qui un terreno fertilissimo e in effetti raramente ho potuto ascoltare con tale dovizia di particolari, almeno in questa fascia di prezzo, il tessuto rirmico del samba fatto di una miriade di piccoli strumenti, metallici e di legno. Al contempo il dettaglio non si distacca mai dalla base ritmica con cui si integra mirabilmente.
Voglio riportare anche le sensazioni di piena armonia che ha la chitarra di Toquinho, sia quando è pizzicata con violenza che quando l'arpeggio si fa dolce e lento. Si avverte con chiarezza il vibrare delle corde, lo spostamento delle dita sui tasti che produce quel leggero rumore stridulo che conoscono bene i chitarristi.
La voce di Tania Maria è calda, suadente, ricca di sfumature setose grazie alla precisa scansione che operano i nostri amplificatori sulla riproduzione del segnale.
E la volta di Notting Hill Billies, e si entra nel la magia del country di eccellenza, e non esagero dicendo che il calore dei suoni della band è praticamente come dal vivo. il basso è morbido e dolce ma controllatissimo, il battito ritmico solido e preciso, la chitarra di Knopfler è liquida e dolce, avvolgente.
Ho ascoltato molti dei brani sia in CD che in vinile. Non ho trovato nel comportamento dei Rega differenze apprezzabili. Con il vinile si nota una maggiore morbidezza del suono, che non è da intendersi in termini negativi, ma come una nota di maggiore calore. Ma niente di più.
Se non ve ne siete già accorti questi Rega mi sono piaciuti, e molto. Hanno un carattere preciso, rigoroso, asciutto, ma sanno anche coinvolgere emotivamente l'ascoltatore. I finali hanno una elevata potenza, fatta di watts molto puliti che possono pilotare diffusori di alto rango. Per questo motivo sanno soddisfare i gusti musicali più raffinati e difficili, accontentando sia gli amanti del suono prettamente british che chi predilige un sound più aperto e solare. Bisogna saperli accompagnare con componenti che ne esaltino le caratteristiche e le potenzialità. Certo ci sono anche dei limiti, raggiungono forse le vette di componenti supermilionari, ma ciò che sanno offrire è molto e molto convincente. Non mi stupirei che possano diventare per molti dei partner definitivi per tante ore di buona musica.

Giorgio Mele

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