Rivista Data / Nr. Argomento della recensione Autore
Suono 291 Giradischi Planar 78+RB250+78c Mario Berlinguer

giradischi Rega Planar 78 + braccio RB250 + testina 78c

Siamo impazziti? In era digitale, con mille nuovi formati alle porte, ci mettiamo a recensire un giradischi monofonico e a 78 (leggansi settantotto!) giri? No no, vedrete che valeva la pena.

Chi si aggira per mercati delle pulci avrà, senz'altro guardato con bramosia quegli stupendi grammofoni del tempo dei nonni (o bisnonni), e molti se ne saranno persino portato a casa uno. E avranno in casa un buon numero di quei pesantissimi dischi con l'etichetta consunta sulla quale svettano nomi di assoluto fascino, Callas, Benny Goodman, Gershwin, Toscanini, Caruso, e ancor più indietro nel tempo. E magari qualcuno sarà anche contento di usare di tanto in tanto il suo grammofono, per il quale si va costantemente a caccia di puntine, anzi di puntone: avete presente dei chiodini spessi due volte un ago da materassaio? Io non ho mai avuto un grammofono, e ciò mi dispiace molto. Forse proprio per questo ogni volta che mi capita, non perdo occasione per provare e per cercare di avvicinarmi a come ascoltavano la musica i nostri antenati, un modo certo inaccettabile con i criteri odierni, ma che deve aver regalato chissà quante ore di stupore e felicità a chi all'epoca poteva permettersi di acquistare uno di quei capolavori della tecnologia. Da bambino avevo uno di quei giradischi con puntina doppia, che per ascoltare un 45 o un 33 giri dovevi far girare il cantilever con una levetta che, in posizione opposta, puntava verso la superficie del disco uno stilo monofonico, più rudimentale ma più robusto. Le puntine costavano pochissimo, quindi non mi facevo troppi scrupoli a romperla e a ricomprarla, e solo più tardi ho capito che le macchine per musica vanno trattate con maggior rispetto.
Poi, lentamente, sono cominciati a sparire i giradischi capaci di riprodurre i 78 giri. Gli ultimi sono stati i giradischi di gamma più bassa, che si sono a lungo ostinati a fornire di serie la possibilità di rotazione alla massima velocità. E non escludo che molti appassionati, pure solitamente schizzinosi nei confronti dei prodotti consumer, non abbiano comprato uno di quei plasticosissimi giradischi a tre velocità. Nei giradischi di un certo rango, i 78 giri sono introvabili, e se anche non lo fossero, nessuna testina stereo è disegnata per leggere nei solchi monofonici dei dischi dell'epoca, né credo che nessuno sia così pazzo da rischiare l'integrità di una testina di pregio per togliersi un capriccio. Ecco quindi che l'idea di Roy Gandv è tutt'altro che peregrina: un giradischi e una testina pensati esclusivamente per la riproduzione di queste gemme dell'antiquariato musicale. Si chiama Rega Planar 78, ed è venduto insieme al braccio RB250 e alla testina RB78, che assolutamente non é in grado di leggere i dischi stereofonici. E, se anche lo fosse, il Planar 78 non ha un variatore di velocità, e quando viene acceso comincia gradualmente a decollare verso i pirotecnici 78 giri. Esteticamente il 78 è identico al Planar 2, di cui impiega lo stesso nerissimo telaio. Ma non è un Planar 2. Se il piatto in vetro è lo stesso, e se il motorino è identico, cambia invece un elemento sostanziale, il contropiatto, che non è più in resina (o plastica) ma in acciaio, come nel Planar 3, visto che le rotazioni sono più veloci e che i dischi sono più pesanti. Ovviamente, è diversa anche la puleggia. Sul piatto in vetro è poi collocato un feltro piuttosto pesante. Il diametro del piatto è lo stesso dei giradischi tradizionali, quindi i 78 giri tipici sono più piccoli del piatto. Il braccio èl'RB250 che tradizionalmente equipaggia il Planar 2. E' invariato, salvo che per il cablaggio che deve trasportare il segnale da una testina monofonica. E infatti la RB78 è proprio il cuore di questo sistema. E' montata sullo stesso corpo in plastica delle altre Rega, e lo stilo è un ellittico disegnato appositamente per leggere i 78 giri. È ovviamente monofonica, e per questa ragione le terminazioni sono solo due. A seconda del preamplificatore (o integrato) di cui disponete, bisogna montare le pagliuzze in modo diverso. Se il pre è uno stereo dotato di selettore mono bisogna collegare la pagliuzza rossa o bianca da una parte e quella verde o blu dall'altra. Se invece non disponete di un pre capace di funzionare anche in monofonia i positivi dei due canali vanno unificati (rosso e bianco). e così le masse (blu e verde). Comunque sia. la testina è arrivata già bella che montata sul braccio, connessa in modo da poter essere impiegata con un pre senza selettore di mono, quindi non ho potuto provare a vedere che succede nel caso si mischino le carte in tavola. Il peso di lettura consigliato è di 1,75 grammi, che va bene in quasi tutte le circostanze, ma dato che alcuni 78 giri sono un po' ondulati, e che la maggiore velocità di rotazione impone al braccio dei movimenti più violenti, per alcuni dischi conviene appesantire di qualcosa. Per provare questo giradischi mi sono per qualche giorno messo in caccia di vecchi 78 giri. In questa torrida estate romana, devo dire di non aver trovato un gran ché, ma con il mio magro bottino mi sono installato nella sala d'ascolto di SUONO, e ho collegato il Rega all'impianto di riferimento (AM Audio 04N e A-50M, Aliante One Zeta, Monster Cable e ART Millennium 3000). Beh. ragazzi miei, ascoltare dei vecchi 78 con questo Rega è veramente un'esperienza magica, è analogico al purissimo stadio, la quintessenza del disco nero, anzi nerissimo. I nostri nonni non hanno mai saputo quanto garbo ci fosse dentro i solchi dei loro dischi. Sparite le nasalità dei vecchi grammofoni, il suono acquisisce una levità, un equilibrio, la gamma di frequenze, pur ovviamente tutt'altro che estesa, pare moltiplicarsi, e si assiste allo spettacolo di una musica che si fa leggera, trasformandosi in aria pura davanti ai nostri occhi. Rimane certo il dubbio che tutto questo non sia filologicamente corretto, ma il risultato che si ottiene con questo Rega in un impianto moderno è troppo diverso, è di troppo migliore per potervi rinunciare. Poi, se volete usare dei diffusori a tromba e degli ampli a valvole, magari in un impianto monofonico, come ultimamente è di gran moda in certi ambienti à la page, potreste avvicinarvi ulteriormente alla correttezza ideale. Ascolto delle vecchie canzoni ungheresi, con una piccola orchestra da camera e un agilissimo soprano, e rimango estasiato. Gli strumenti, un gruppo di solisti, si sentono tutti, i pizzicati degli archi sono vivacissimi e ritmati, un pianoforte sullo sfondo è perfettamente percettibile nel suo percuotere cadenzato e nei suoi rapidissimi arpeggi, e soprattutto il violino che fa i suoi gioiosi svolazzi è di una naturalezza che non ritenevo possibile. E il soprano, canta il suo "trallallà" (è l'unico frammento di testo che capisco) con una giocosità senza pari, delicatissima, ed ecco che uno sconosciutissimo soprano ungherese dei primi del secolo è capace di regalare gioielli di briosa vocalità. Nasalità? Neanche l'ombra. L'orchestrina è velata? Manco per niente. Certo, è lontana, la percezione armonica è ridotta, l'impasto è privo di peso, ma tutto è di una bellezza e di un fascino inarrivabili. Poi, lasciatemi annotare la più grande delle banalità. Le incisioni sono monofoniche, quindi non ha il minimo senso parlare di immagine. Ma... rispetto a tante incisioni stereo, mi fa letteralmente innamorare come non si avverta il minimo senso di dispersione del suono, e come la musica rimanga letteralmente inchiodata all'altezza dei diffusori, come se assistessimo a uno di quei film in bianco e nero con staticissimi fondali in cartone. Merito delle incisioni, ma anche della testina e della precisione di braccio e giradischi.
Continuo con brani solo strumentali, orchestre alla tzigana, e continuo a restare ammaliato dal fascino dì questo suono, che sotto gli inevitabili fruscii si mostra vivacissimo, coerente, persino capace, alzando il volume, di una certa potenza. Ho parlato di fruscii, ma devo dire che rispetto ad ascolti con giradischi d'epoca il rumore di fondo è assai ridotto, ed è forse questo uno dei motivi principali per cui questo giradischi suona così bene. Mi dispiace di non avere avuto il tempo di procurarmi qualche incisione più classica, che so, una CaIlas d'annata, un Gigli o un Caruso, e prometto di non lasciar andare via il Rega prima di aver ascoltato qualche centinaio di 78 giri di maggior valore musicale. Ma sono arcisicuro che questo Rega saprebbe finalmente rendere giustizia alle loro magistrali voci. Tra i dischi che ho scovato, infatti, trovo un anonimo baritono che canta una sofferta melodia, e, accidenti... che voce! Scordatevi quello che avete sentito dai grammofoni, se mai ne avete ascoltato uno. Qui, finalmente, si distinguono le parole, continuo a non capire un'acca di quello che questo signore sta dicendo, ma se conoscessi la lingua non avrei alcun problema a seguire il testo. E si sentono, eccome, le inflessioni espressive di cui questo cantante fa un uso un po (un pò tanto) spregiudicato, come di moda nella vocalità dell'epoca. Non posso certo parlare di trasparenza, non è un'incisione trasparente, ma di chiarezza di lettura si, e persino di ariosità nel messaggio musicale. Un difetto questo Planar 78 ce l'ha. Siccome i 78 giri sono molto più pesanti dei dischi normali, il piatto ci mette un po' più di tempo a raggiungere la velocità necessaria, anche quando si sostituisce il disco senza prima fermare la rotazione. Quindi bisogna prima mettere il disco, poi attendere una decina (almeno) di secondi perchè il piatto raggiunga gli effettivi 78 giri, e poi si può procedere con l'ascolto, stando bene attenti a centrare l'inizio dei solchi, soprattutto con quei dischi privi del solco guida iniziale (e tra i 78 giri ce ne sono molti che non l'hanno), altrimenti la testina ricade sul tappetino con esito certo non felice. E un difetto pratico e tutto sommato trascurabile, dato che per disporre di una base rotante più potente si sarebbe dovuto realizzare una struttura ben più costosa. lì Planar 78, viste le sue qualità (e visto che nel prezzo sono inclusi sia il braccio che la testina), ha invece un prezzo decisamente interessante per tutti gli appassionati di vecchi dischi, ai quali lo consiglio caldissimamente. E consiglio di provare l'ebbrezza di sentire qualche 78 giri suonare come si deve (anzi, meglio di come non si dovrebbe) anche a chi non ha mai provato ad ascoltare questo tipo di dischi. Anche perché ascoltare incisioni a 78 giri con questo giradischi è infinitamente meglio che ascoltare infelici rimasterizzazioni e ristampe dei dischi dell'epoca (salvo casi particolarmente fortunati). Ho in casa parecchie ristampe di archivio, e il risultato non è lo stesso.
Non sto ovviamente parlando delle edizioni audiophile o delle ristampe di materiale relativamente moderno, ma di tanti di quei dischi per lo più venduti in edizioni economiche che riportano senza troppi complimenti, e spesso con pesantissimi interventi di correzione, il contenuto di vecchi 78 giri. Meglio, molto meglio il 78 giri originale, ascoltato con un sistema di lettura all'altezza della situazione.

Mario Berlinguer

Suono e Comunicazione s.r.l.
Via San Vitale, 67 località Canaletti - 40054 Budrio (Bologna) Italy
Tel. +39 051 6926387 - Fax +39 051 6926135
infosuonoecomunicazione.com | Privacy&Legal

Copyright © Suono e Comunicazione
Le informazioni sono soggette a modifiche senza preavviso - Tutti i marchi registrati e i nomi dei prodotti appartengono ai rispettivi proprietari
P. IVA, C.F., Reg. Impr Bo n. 04225370370