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Suono Mag '98/299 Amplificatore Rega Mira Roberto Rocchi

amplificatore integrato Rega Mira

Continua la serie di elettroniche Rega apparentemente tutte uguali, ma tutte con una specifica ragione di esistere. Il Mira è un concentrato di qualità in poco spazio.

Ammetto che, ogni volta che mi viene affidato un componente da provare, rinasce in me l'animo del bambino curioso: è come se quasi tutti i miei sensi improvvisamente acquistassero maggiore capacità ricettiva. La vista dell'apparecchio, il suo profumo di nuovo, la sensazione al tatto e l'ascolto finale (ancora non ho provato il sapore) rendono sempre vivo l'interesse, e fanno rinvigorire la passione dell'ascolto della buona musica riprodotta bene. Non bisogna abbassare la guardia, per non lasciarsi sfuggire l'occasione di segnalare qualcosa di nuovo e di musicalmente interessante come nel caso di questo prodotto Rega. Ho già avuto occasione di sottolineare il particolare stato di forma della ditta inglese, che dimostra la propria solidità sia finanziaria che tecnica sfornando una serie di elettroniche con una cadenza regolare, cadenza dettata anche dalla continua evoluzione del prodotto che non solo si diversifica nei vari campi (vedi il digitale), ma che si ripropone con idee qualitativamente valide tanto da raggiungere posizioni di spicco del segmento di mercato. Il nuovo integrato Rega, che SUONO ha il piacere di recensire in anteprima mondiale, è denominato Mira e veste quella che ho definito come "uniforme" Rega, vale a dire lo standardizzato cabinet nero a guscio in alluminio che contraddistingue tutti i prodotti della ditta inglese (esclusi i giradischi e i diffusori, naturalmente) e che ha permesso di abbassare i costi di produzione e quindi il prezzo al pubblico.

Il Rega Mira è un integrato da settanta watt per canale, ma gli aspetti interessanti di questo ampli sono molteplici a cominciare dal telecomando in dotazione (un Philips RC5) che permette, ad esclusione dell'accensione, di accedere a tutte le operazioni possibili con facilità e sicurezza. Le due plasticose manopole (volume ed ingressi) sono quindi dotate di led rossi che aiutano nella regolazione a distanza; gli altri led presenti sul frontale informano circa l'avvenuta accensione dell'apparecchio e la selezione del Mute e del Tape Monitor (eseguibili anche dall'apparecchio tramite due piccoli interruttori). Il pannello posteriore del Mira dispone di cinque uscite linea più una phono MM (tanto per dare un assaggio della sua versatilità di utilizzo) e prevede anche la possibilità, tramite l'uscita pre e l'ingresso ampli di potenza, di poter utilizzare il Mira o come finale o solo come preamplificatore lasciando intendere un'applicazione valida (anzi, fin troppo valida) anche nell'Home Theatre. Le uscite per i diffusori sono costituite da economici morsetti che però permettono qualsiasi tipo di terminazione. A riguardo ho sempre sottolineato più che l'economicità delle connessioni (anche gli ingressi RCA non sono del tipo dorato) la scomodità con cui si è costretti ad operare negli angusti spazi offerti dal telaio Rega. Ma tant'è, del resto da qualche parte si deve pur risparmiare al fine di poter offrire a un basso costo tanta qualità e, bisogna riconoscerlo, la Rega si distingue in modo inequivocabile per quanto riguarda il rapporto prezzo-prestazioni. Segnalo con piacere, rispetto ai modelli più piccoli, la sostituzione dei piccolissimi piedini, dall'interno dei quali si accedeva alle viti a brucola di serraggio del cabinet, con dei robusti piedi in gomma che assicurano stabilità e maggiore protezione dalle deleterie vibrazioni. L'interno del Mira appare un po' meno ordinato di quanto non ci abbia abituato fino ad ora la Rega. In effetti nel poco spazio a disposizione c'è tanta "roba" da sistemare come, ad esempio il grosso toroidale a cui è delegato il compito di alimentare tutte le parti dell'apparecchio, comprese quelle di comando a distanza. Sul largo stampato di un bellissimo colore viola si possono notare componenti di buona qualità e ciò che maggiormente spicca sono i potenziometri con motore ed i rimandi in plastica. Sotto una stretta barra di alluminio sono sistemati i transistor finali che, a contatto col telaio, hanno un ampia superficie per il raffreddamento. Per la prova d'ascolto il Rega Mira ha sostituito in toto la mia amplificazione di riferimento AM Audio a sei telai (MM e MC compresi) su grafite Combino Spirit, la sorgente è la fida accoppiata Teac P-700 e D-700 appoggiata su molle Moss. diffusori Piccola della Carnica Diffusori Acustici trattati con Tuning Base Harmonix RF22, stand Prandini da me modificati, cavi di segnale V.d.H. The First e Transparent Cable Music Link Plus, di potenza Rega Cable, stabilizzatore e filtro di rete MPE skw1000 e cr1000.

Prima di iniziare desidero ricordare l'estrema importanza che assume la saltuaria pulizia di tutti i contatti elettrici (spine di corrente incluse), cosa che ho avuto modo di appurare approfittando del ritrovamento di alcuni fazzoletti pulisci-contatti TPC della XLO. Non lasciatevi impressionare dai primi ascolti, il Rega Mira come tutte le apparecchiature di un certo rango ha bisogno di qualche ora di acclimatamento e riscaldamento. Passato questo peraltro breve periodo iniziale colpisce immediatamente la personalità del Mira, caratterizzata da un'estrema pulizia e trasparenza del suono che mi spinge a cominciare questa prova di ascolto con il pianoforte (New York Reanion, McCoy Tyner Quartet, Chesky) per mettere subito alla corda il Rega e sottoporlo ad un test notoriamente ostico per qualsiasi apparecchio. Non che abbia intenzionalmente voluto essere cattivo, ma è stato l'inglesino che durante il lungo periodo in cui ha suonato nella mia sala d'ascolto, mi ha stuzzicato continuamente quasi volendomi sfidare a scoprire i suoi limiti. Vi posso anticipare che questo Calimero (piccolo e nero) di limiti ne ha davvero pochi, e anche quando ne mostra qualcuno è talmente ben nascosto che è difficile scovarlo e metterlo a nudo. Ma torniamo al pianoforte il cui accompagnamento con la mano sinistra sembra essere appena arretrato, ma c'è voluta tutta la cattiveria di cui sono capace per affermare ciò, perché per il resto la riproduzione di questo strumento è straordinaria sia nella dinamica che nella timbrica. Detto questo andiamo con ordine e cominciamo con l'estensione della gamma delle frequenze che è ampia e presente su tutto lo spettro. Le basse sono molto controllate e profonde, del tutto scevre da rigonfiamenti e gommosità, le medie sono estremamente naturali e definite dimostrando l'assoluta mancanza di quell'ammiccante protagonismo tipico di alcune amplificazioni furbette e ruffiane. Le alte sono levigate, solide e chiare riuscendo cosi ad illuminare la scena senza renderla in alcun modo frizzante e, di conseguenza, fastidiosa. Ma ciò che rende il Rega interessante è la capacità di amalgama tra le varie gamme, che sono espresse in modo omogeneo riuscendo cosi ad articolare la dinamica in un movimento plastico, morbido e sicuro. Le escursioni dinamiche risultano assolutamente naturali e, pur raggiungendo livelli di pressione sonora piuttosto elevati, non soffrono di indurimenti né di spinosità rimanendo sempre composte, frenate e manifestando doti di estrema pulizia. La potenza di cui è capace il Rega Mira si esprime con una accelerazione fluida e costante che dimostra la serietà concettuale e di realizzazione di un progetto che, pur costretto negli stretti spazi del telaio, non rinuncia alle piccole attenzioni che rendono grande il risultato finale. Ecco, quindi, che il quadro sonoro espresso dal Mira è estremamente piacevole e riesce a trattare nello stesso modo sia i brani acustici (After Midnight, The McNeely-Levin-Skinner Band, Sheffield Lab) che elettrici (Robbie Robertson, Music For Native Americans, Capitol). L'immagine risulta pulita e trasparente permettendo di godere di una tridimensionalità curata e percepibile senza il minimo sforzo, ciò anche grazie a un microcontrasto che risulta ricco di particolari offerti in modo naturale e spontaneo evidenziando nel contempo, una buona risoluzione delle armoniche di contorno. Il disegno sonoro si stende su una tela dalle tinte appena scure capaci di illuminarsi nel pieno rispetto del segnale acustico originale che non risulta sconvolto né da effetti radiografanti né da eccessive iniezioni di calore alla maniera valvolare. La scansione dei piani sonori sia verticali che orizzontali è dettagliata e precisa, esprimendosi nello spazio con una sfericità che permette di distinguere nettamente il singolo strumento senza isolarlo dal contesto generale in cui è inserito. Avrei potuto semplicemente dire che quella espressa dal Mira è una bella immagine, ma avrei esaurito ingiustamente il discorso che invece merita di essere valutato attentamente poiché, secondo me, può essere considerato la chiave di volta per poter apprezzare questo integrato inglese. Note estremamente positive sono ascritte alla capacità di restituzione di timbro e colore di voci e strumenti. Con la voce femminile (Ana Caram, The Other Side Of Jobim, Chesky) fa piacere constatare come il Mira sia capace di riprodurre le sfumature dettate dai repentini cambi di modulazione della voce stessa, cosa riservata ad apparecchi (e non tutti) di ben altro segmento di prezzo. Il risultato è una riproduzione assolutamente piacevole, resa ulteriormente interessante dalla totale mancanza di quelle nasalità che a volte affliggono le amplificazioni. Constatare che anche la voce maschile (Oda Alla Vida, Los Chacos, Pierre Verany) sia pressoché impeccabile non coglie di sorpresa. Infatti la correttezza timbrica lungo il range delle frequenze che va dalle medio basse alle medio alte è l'artefice principale di un suono equilibrato e completamente privo di artificiosità. Gli strumenti acustici e le percussioni assumono il giusto colore anche quando vengono suonati contemporaneamente ed in modo dinamico, una caratteristica evidenziata anche dalle totale mancanza di fastidiose sovrapposizioni che impasterebbero irrimediabilmente lo stage musicale.

Ottimo è il comportamento del Rega Mira con la musica classica (Sinfonia n. 2, G. Mahler, Denon) che viene trattata con estrema delicatezza nel rispetto dell'interpretazione orchestrale e con energia quando i pieni si lanciano in escursioni dinamiche che mettono a dura prova la capacità di rendere chiara ed intelligibile la scena. Il suono risulta variegato di colori e tonalità offrendo un macrocontrasto assolutamente degno di nota cui fa da complemento un microcontrasto che permette di seguire con facilità il singolo strumento. L'orchestra risulta quindi ben sgranata nelle varie sezioni, sempre ben messa a fuoco, con i violini ruvidi e lignei, ottoni lucenti e vibrati, contrabbassi profondi e controllati.

Visto che il Rega Mira possiede un ingresso phono MM, perché non provarlo? Collego il Thorens TD 320 MKIII (che ancora non ho avuto il coraggio di restituire dall'ultima prova) completato dal fonorivelatore Rega Exact e da una doppia colonna di cilindri di grafite Combino Spirit. Pur non raggiungendo vertici assoluti di silenziosità, dinamica e cura dei particolari, devo riferire un ottimo comportamento di questa sezione di uscita che risulta ben curata tanto da apparire al di sopra della fascia di prezzo di cui fa parte il Mira. La magia di emissione del vinile viene riproposta degnamente in modo da permettere, a chi non si è ancora avvicinato all'analogico, di poter fare una prova, magari facendosi prestare una sorgente e qualche disco da un amico o da un negoziante, e di godere del vecchio ed appassionante suono generato dal solco facendosi rapire dal fascino degli inevitabili scricchiolii. È lontano il tempo in cui neanche pur blasonate accoppiate pre e finale che magari sfoggiavano circuitazioni in classe A (quantomeno furbe) riuscivano ad offrire un suono con caratteristiche di piacevolezza, immagine precisa e non impastata. Oggi è possibile ottenere un suono dall'impronta audiophile con integrati dal costo non proibitivo, come nel caso del Rega Mira, un ampli capace di stupire anche un appassionato non proprio di primo pelo come me.

La convinzione che si fa sempre più largo nei miei pensieri è che il mestiere di costruttore di apparecchiature hi-fi non solo non si inventi dall'oggi al domani, ma necessita di un'esperienza e un grado di maturità che solo il tempo e la costanza nelle realizzazioni possono formare. Un primo buon apparecchio può essere un inizio incoraggiante per una giovane ditta, ma non un punto di arrivo sia sotto l'aspetto commerciale che del risultato tecnico.

Il Rega Mira è una prova inconfutabile di ciò che affermo, basta riconoscere quanta qualità è racchiusa in cosi poco spazio. Per fortuna, sarà sufficiente che vi fidiate delle vostre orecchie ed approfittiate della prima occasione utile per ascoltare questo integrato e essere d'accordo con me.

Roberto Rocchi

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