Rivista |
Data / Nr. |
Argomento della recensione |
Autore |
Suono |
|
Amplificatore per cufiie Ear |
Maurizio Fava |
amplificatore per cuffie Rega Ear
Amplificatore di qualità per sole cuffie. Ovvero: la risposta a chi
ha preampli o integrati minimalisti, ma non vuole rinunciare all'ascolto in solitario.
- Un attimo ancora. Dove ho messo il petardo? Ah eccolo, lo piazzo qui dentro, rimonto
l'archetto, chiudo tutto e gli lascio la cuffia sul tavolo. Ecco fatto, così impara...
- Come dite? Se sono impazzito? No, niente di tutto questo, vi spiego in poche righe.
- Ogni estate puntuale come l'aumento della benzina e altrettanto noiosa arriva per il
sottoscritto la prova delle cuffie (con il caldo che fa sai che piacere). Solo che
quest'anno il direttore è stato anche perfido: "Gioisci, questa volta niente cuffie
ma un bellissimo amplificatore (N.d.R. leggete il sommarietto please), e non scrivere la
solita storia delle prove con il caldo e delle orecchie lessate che ormai è noiosa...
".
- Ubbidisco, non scriverò oltre sull'argomento e cambio strategia. Sapete, si dice che la
vendetta è un piatto che si gusta freddo. Anzi al freddo. Aspetterò ottobre o novembre
quando oramai il direttore si sarà dimenticato di questo articolo (lo conosco bene) e,
soprattutto, si sarà scordato di avermi prestato la sua cuffia. Immancabilmente la userà
e allora, con mio sommo divertimento, sentirà che realismo, che dinamica travolgente:
esploderà per lo stupore! Ora però basta con gli scherzi (vedrai...) e passiamo alle
cose serie, perché Rega Ear è cosa seria senza dubbio, e merita una prova accurata e un
completo resoconto. Come si diceva, si tratta di un piccolo amplificatore per sole cuffie,
nel senso che l'unico dispositivo che è in grado di pilotare è appunto una cuffia di
tipo dinamico di impedenza non inferiore a trentadue ohm. Nella categorie dell'Annuario
quindi lo troverete in Complementi ed Accessori oppure in Componenti Speciali (o forse in
tutte e due... qualche sbaglietto ci scappa sempre) ed è destinato a completare quegli
impianti, in genere di alto livello perché composti da pre e finale, che mancano della
presa cuffia. Infatti molto spesso i preamplificatori più costosi, un po' per uno stupido
snobismo e un po' per un frainteso senso di purezza, tralasciano questo utile accessorio.
La Rega ha quindi giustamente pensato di porre rimedio al situazione e di proporre un
piccolo amplificatore di elevatissima qualità musicale per consentire un gran
bell'ascolto in cuffia. Inoltre si può pensare anche ad un impianto minimale (CD player,
Rega Ear e una buona cuffia) che con poche centinaia di mila lire potrà regalare delle
emozioni musicali intime ed... economiche.
- Il fatto di avere come limitazione i trentadue ohm minimi per il carico non è poi un
problema grave; infatti le cuffie elettrostatiche ed electret sono fuori budget e devono
comunque essere collegate ad un finale abbastanza potente e le cuffie dinamiche di bassa
impedenza (otto o sedici ohm) sono oramai una rarità storica. Quindi come utilizzabilità
ed interfacciamento siamo a posto. Il pannello frontale contiene pochissimi comandi e
controlli: il pulsante di accensione, il pulsante Link (che consente il passaggio o meno
del segnale attraverso l'Ear), la manopola del volume ed ovviamente il connettore jack da
6,3 mm per la cuffia. Il pannello posteriore contiene solo lo stretto necessario, ovvero i
due RCA di ingresso e i due di uscita, oltre lo spinotto per l'alimentatore esterno (che
in realtà è solo un trasformatore perché raddrizzamento e filtraggio avvengono
all'interno dell'apparecchio). L'Ear può quindi essere connesso all'impianto in diversi
modi: tra pre e finale, nel loop di registrazione, tra sorgente ed ingresso, oppure può
tranquillamente stare da solo alimentato da una seconda uscita del CD player o
dell'amplificatore. Prima di passare alla descrizione del "come" è fatto questo
piccolo amplificatore vale la pena spendere due righe sulla Rega. Per chi non la conosce
basti sapere che ha rapidissimamente scalato il mercato dell'alta fedeltà grazie al primo
fortunatissimo prodotto, il giradischi Planar 3, alla filosofia di base che ispira la
progettazione dei suoi apparecchi. In parole povere il concetto è che dovendo costruire
oggetti che costano poco (una vocazione tutta inglese e della Rega in particolare) è
meglio individuare il punto focale e di maggior impatto sulle prestazioni musicali e
risparmiare su tutto il resto ma non su di questo. Cosi il Planar 3 aveva un pomo
costruito a regola d'arte e un telaio spartano e il piccolo Ear ha una buona circuitazione
in un contenitore plasticoso anzi che no. Quindi aperto l'economico mobiletto si vede una
bella piastra di circuito stampato con una più che discreta sezione amplificatrice a
componenti discreti. Sia la progettazione accurata che la buona selezione dei componenti
denotano la volontà della Rega di uscire con un prodotto sopra le righe per qualità
musicale pur cercando di rimanere rasoterra per il prezzo. Obbiettivo francamente
raggiunto.
- Per la prova pratica abbiamo utilizzato l'apparecchio in due situazioni completamente
differenti: da un lato lo abbiamo provato con un impianto che più economico non si può,
per verificare quanto potesse il piccolo Rega migliorare una situazione al limite della
precarietà, e dall'altro lato lo abbiamo invece inserito in un impianto di altissimo
livello (il mio solito lettore CD Linn Karik come sorgente) per misurarne le virtù
assolute, per valutare eventuali idiosincrasie o peggioramenti della qualità musicale.
- La prima situazione dà subito le risposte più semplici: il Rega si fa sentire e
- bene. Il suono diviene immediatamente più dolce e al tempo stesso potente, aggiungendo,
rispetto alla presa cuffia di serie, sia la qualità che la quantità. In altre parole i
bassi sono senza dubbio più profondi e meglio articolati, la gamma media metri e metri
più trasparente e gli acuti dolci e contemporaneamente più evidenti e luminosi. Come al
solito c'è da dare l'avvertenza che si parla in ogni caso di dettagli musicali e che per
chi è alla ricerca di stravolgimenti del suono dell'impianto deve... semplicemente
cambiarlo! Mentre chi é sulla strada della ricerca della perfezione attraverso i dettagli
non potrà che concordare sui giudizi prima espressi.
- Nel secondo caso, quello dell'impianto top, il discorso è diverso: il suono non
migliora, ma neanche peggiora, e questo è proprio il risultato che si voleva! Infatti il
Rega Ear nasce per aggiungere la presa cuffia a chi non ce l'ha e quindi il fatto di farlo
con una qualità da impianto top (ma non meglio) è il massimo risultato raggiungibile.
- In definitiva bisogna dire che il suono proposto dal Rega Ear è di qualità eccellente,
se fosse un amplificatore in grado di pilotare anche dei diffusori si meriterebbe un posto
assolato in alto nelle vette delle classifiche di gradimento, e considerato il prezzo a
cui viene venduto è senza dubbio per gli amanti del suono in cuffia (ci sono quelli che
invece lo odiano, boh?) un vero affarone da non farsi scappare: bassi potenti e ben
modulati, medio trasparente e piacevolmente presente e una gamma acuta serica e luminosa.
Difficile pretendere di più. E per di più il discorso e le conclusioni non cambiano
passando dalle hit dell'estate (ho una figlia adolescente e nel cassetto del CD posso
anche trovare Jovanotti o Alex Britti e pigro come sono non mi alzo nemmeno dalla poltrona
per diminuire il volume) alla più seriosa musica classica (la stessa figlia studia
chitarra classica, come vedete oramai non gestisco più l'impianto di casa).
- Tirando le conclusioni quindi non possiamo considerare il Rega Ear un semplice
accessorio di cui si può fare a meno, o meglio si può anche considerarlo tale, ma
senz'altro chi lo fa perde una buona occasione per gustarsi la musica in pace e nel modo
migliore.
Maurizio Fava