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Suono 322 Rega Super Elys Gianfranco Machelli

Super Elys per tre

Prova su strada, e con tre diversi "piloti", della Super Elys, accuratizzazione d'autore del modello base, MM di classe media con spunti d'eccellenza.

Chi è uso navigare nell'universo del Vinile, conosce la stella Rega, la sua decennale illuminazione su tutto ciò che riguarda la lettura (accurata) del vecchio-ma-buono, delicato, rumoroso, inestinguibile, insostituibile e musicalissimo Disco Nero. Anche all'inizio del III millennio, dell'era Digitale e della New Economy, Rega continua a rappresentare uno dei (pochissimi) riferimenti qualificati per gli amanti ed utilizzatori di 33 giri. Non solo si ostina (Euterpe gli renda merito) a produrre i semplicemente geniali Planar 3 e RB-300, ma osa anche sfornare nuovi modelli. Il P25 è dello scorso anno, a celebrazione della nascita dell'azienda fondata da Roy Gandy, mentre appena qualche anno prima aveva visto la luce il P-9, con i formidabili compagni di viaggio RB-900 ed Exact, modelli di punta della Casa e subito riferimenti nel campo della lettura analogica d'alto bordo. Proprio dall'esperienza acquisita sul fonorivelatore Exact è scaturita l'opportunità per trasferire su un modello già dotato di un buon patrimonio prestazionale - l'Elys - alcuni elementi decisivi per spuntare un margine di accuratezza in più, aumentandone la competitività anche sul lato commerciale, dote comunque presente da sempre nei prodotti Rega. Una MM da "cross". Ecco dunque la Super Elys, in sostanza una Elys con cantilever e diamante (taglio Vital) identici a quelli che equipaggiano la Exact, cambiamenti che apportano una maggiore capacità di indagine del solco ed un tracciamento più sicuro a parità di forza d'appoggio, quindi meno distorsione, usura e più dettaglio e rifinitura. Il resto rimane immutato, cioè funzionamento a magnete mobile; corpo estremamente rigido ed inerte (materiale plastico chiamato Pocan, stampato quindi rifinito in maniera molto accurata), stilo fisso (quindi non sostituibile, come avviene per le altre MM) al fine di aumentare drasticamente la rigidità del sistema di trasduzione, senza "fratture" strutturali che possano aumentare il rischio e la qualità delle risonanze, riprendendo il concetto base del braccio RB300 e sue successive evoluzioni (RB-900 e RB-600), con portatestina ed articolazione integrate alla canna. La tensione di uscita è piuttosto alta, migliorando così il rapporto segnale/rumore e conseguente comportamento dinamico. La forza di tracciamento è consigliata sul valore di 1.75 grammi, valore nella norma per una magnetomobile. Questa testina costa poco meno di 700.000 lire (690.000 lire per la precisione), una cifra abbordabile se comparata alle MC più esotiche, inserendosi nel novero delle MM di prestazioni medio/alte (la Exact costa poco meno di un milione), con il vantaggio di offrire una versatilità molto elevata per abbinamento meccanico e sonico (questa testina dà ottimi esiti anche in combinazioni diverse da quelle totalmente Rega).
La disciplina della qualità. La classe della Super Elys - a metà strada tra quella economica e quella più prestante - ci dà l'occasione per tornare ad una pratica da molto tempo assente su SUONO (credo dai tempi di "Ultrasuono", l'antenato de L'Amateur, in piena epopea High-End anni '80), e quantunque la richiesta e 1'uso del giradischi analogico siano andati nel frattempo diradandosi, questa mantiene intatto il suo valore propedeutico, spendibile anche fuori dell'ambiente strettamente confinato al Disco Nero come concetto generale e procedura metodologica nell'allestimento di una catena audio. Sto parlando della famosa - o famigerata - gerarchia della sorgente (vedi rubrica "L'Abbecedario di Edison'" su SUONO del 1998) vale a dire la sequenza qualitativa che deve governare l'associazione dei vari anelli della catena di riproduzione audio domestica. La "gerarchia" considera la sorgente il primo anello della catena in quanto fonte dei segnali che gli altri elementi a valle di essa amplificheranno elettricamente e diffonderanno acusticamente. Se il segnale è deficitario in partenza, con perdita di informazioni o di scarsa qualità, questo non potrà essere migliorato dai componenti che seguono, i quali si "limiteranno" a segnalare - più o meno esplicitamente, relativamente alle loro doti di trasparenza, analiticità e risoluzione - il difetto o i limiti della lettura e della registrazione sommati assieme. Ignorare questo assunto - sintetizzato nel significativo assioma anglosassone "garbage in, garbage out" ("se usi spazzatra, spazzatura ottieni", traduzione con l'adattamento n.d.r) - sottovalutando il ruolo recitato dai singoli apparecchi e la strategia della loro associazione, significa andare incontro ad un alto rischio di insoddisfazione e sperpero di tempo e denaro, utilizzando erroneamente gli apparecchi a propria disposizione. Questo metodo è conosciuto e praticato da circa venti anni dagli appassionati più anziani, e tramandato ai più giovani come una sorta di iniziazione e di investitura alla carica di "vero audiofilo". Molti appassionati però sono "sordi" a questa raccomandazione (e non solo a questa…) e si ostinano ad associare i componenti senza un filo di logica, rispondendo istintivamente a stimoli superficiali o non determinanti, quali l'estetica, le caratteristiche tecniche o il presunto prestigio di un componente, magari trovato impolverato sullo scaffale di un negozio a prezzo da realizzo. Schematicamente, la "gerarchia" per essere correttamente intesa e praticata, deve tenere conto delle potenzialità prestazionali di ogni singolo apparecchio, anche se queste non sempre sono automaticamente correlabili al costo del componente, questo più legato alla tecnologia e alla complessità della fattura richiesta per la sua produzione (gli amplificatori sono - mediamente - il componente audio più oneroso per un costruttore). Riassumendo, progettate il vostro sistema con una visione d'insieme e non per singoli elementi, assegnando la seguente priorità qualitativa al momento della selezione prima e dell'acquisto poi: 1° - la sorgente (lettore CD o DVD, giradischi o altre fonti musicali). Nel caso dei giradischi analogici con elementi separati, la sequenza va modulata nel seguente ordine: base-motore, braccio, testina (ed è questo l'argomento della prova in esame). 2° - l'ampliftcazione (se in più telai, prima il pre e poi il finale). 3° - i diffusori acustici. In questo ambito, meglio un minimonitor di alta qualità che un modello da pavimento dello stesso prezzo, più gravido di compromessi. Fate tesoro di questo slogan: è 1'anello più debole che determina la forza dell'intera catena!
Un ascolto in tre atti. Eccoci ora alla dimostrazione pratica di quanto su enunciato: la prova d'ascolto del fonorivelatore Rega Super Elys ascoltato in sequenza prima sull'economico Planar 3/RB-300; poi sul "peso medio" Planar 25/RB-600, quindi sul massimo della lettura vinilica secondo Rega, il Planar 9/RB-900. Il resto della catena - selezionata sulla base della trasparenza, naturalezza e correttezza tonale per cogliere più facilmente e precisamente le varianti introdotte dai cambi di macchina e sinergicamente compatibile con tutte e tre le varianti - risulta cosi assortito: amplificatori integrati Electrocompaniet ECi-3 (con unità RIAA separata Rega Fono); Rega Mira e Audio Analogue Puccini (sezione phono incorporata). Testina di riferimento: Transfiguration Esprit. Diffusori Harbeth HL-P3ES e Linn Tukan su stand SolidSteel. Sorgente di "conforto" Musical Fidelity A3CD. Cablaggio Nordost Blue Heaven e straightwire Encore II di segnale; straightwire Quartet e Nordost Flatline Gold di potenza. Cavi di alimentazione e scatola di distribuzione Klimo, dimostratisi in questa occasione accessorio di fondamentale importanza nella rilevazione dei particolari più tenui e reconditi. LP utilizzati: Sting, The Dream of the Blue Turtles (A&M Records, edizione Original Master Recording); Rob Wasserman, Duets (MCA Record Inc., edizione Alto); Simple Minds, Street Fighting Years (A&M); New York Voices, New York Voices (GRP); Willie Nelson, Stardust, (CBS Usa); Matt Bianco, Whose Side Are You On (Wea).
Rega Planar 3 + RB-300 + Super Elys. Il "sapore acustico" del P-3 (inteso come attributo direttamente ascrivibile alla combinazione base + braccio) è - tipicamente - relativamente asciutto nel medio/basso, con medio trasparente ed in leggera prominenza, alti piuttosto precisi e naturali, privi di lumiscenze artificiose dovute alla mancanza di controllo e/o di risonanze spurie. L'associazione con la Super Elys consente di raggiungere risultati di notevole livello per un front-analogico di questo costo (ricordiamoci però il formidabile apporto dell'RB-300, un braccio spesso accompagnato a basi molto più costose del P-3), con un ottimo equilibrio generale, rifinito da una sezione alti ben circostanziata per precisione ed estensione, che "apre" l'immagine e rende più ariosa la percezione acustica. Ottimo il timbro, più neutro, meno "british" che non con la Elys standard. Di pari grado la scansione del tempo musicale, incalzante senza improvvide accelerazioni, con una lusinghiera dote di potere risolvente, rara dote per una macchina di questo lignaggio. Molto buono il basso, molto ben articolato e sufficientemente tornito per cogliere l'arte dello strumentista di turno. Rega Planar 25 + RB-600 + Super Elys Rispetto al P-3, l'emissione appare dai contorni meglio definiti e rifiniti, seppur non pervicacemente incisi come accade con i migliori MC. Il timbro rimane sostanzialmente simile al precedente, mentre il profilo tonale appare più ricco armonicamente, con gli impulsi più dotati in autorevolezza e spessore. Il medio è proiettato con maggior fuoco, ma sempre con moderato calore e levigata risoluzione, che rendono l'ascolto attento e disteso, ma sempre senza troppa adrenalina che arrivi ad inceppare la naturalezza della fruizione. Sempre rispetto al P-3, si apprezza un maggior nerbo e tornitura nel medio-basso ed una maggiore padronanza e precisione nel raggiungere ed estrarre gli hertz più profondi. Il pitch dinamico è più robusto e cadenzato, leggermente più ponderoso (si porta dietro più armoniche) e può apparire meno agile rispetto al P-3, ma è solo una percezione temporanea, riscontrabile quasi sempre dopo un confronto in tempi ravvicinati. Respiro prospettico arioso e stabile, aureolato di leggere armoniche e tattili dettagli, prezioso dono del Vinile, liberando la fisicità delle voci e degli strumenti acustici davanti ed oltre i diffusori. Rega Planar 9 + RB-900 + Super Elys La maggiore prestanza delle macchine consente - in partenza - un superiore "pitch" dinamico ed una migliore stabilità dello stilo nel solco, grazie soprattutto alla superba costanza della rotazione ed alla migliore qualità meccanica del meccanismo di trasporto del disco e del braccio di lettura. Questo si traduce in un suono di metronomica aderenza al sviluppo dell'evento musicale, guidato da magnifico controllo su tutta la gamma, e presente anche nelle formidabili ascensioni dinamiche. Il profilo tonale è ancora per molta parte assimilabile a quello dei suoi fratelli minori, ma con maggior e felice fioritura e definizione delle singole componenti che stabiliscono il DNA sonico di queste macchine, quindi passo ritmico, coerenza ed omogeneità d'emissione, controllo e precisione ai transienti. Il basso è ancor più potente e sodo, più tornito ed esteso, eccellentemente integrato per colore e tempo; il medio è più neutro ancora e più informativo (ci sono meno effetti di mascheramento dovuto alla maggior capacità di analisi della macchina e minore perdita di informazioni), magnificamente lucido e tirato, "very Rega", con una ancor più pronunciata profondità prospettica grazie alla graniticità del fuoco delle sorgenti sonore. Parimenti agli altri, anche il P-9 è poco "contemplativo", ed affronta i versanti dinamici con giovanile irruenza, che non sfocia però mai nella ruvidità o nella grossolanità. Tattili e circoscritti i piccoli suoni, poderosi senza sbavature gli impulsi più gravidi di energia, con un'ottima risoluzione tra fronte d'attacco e decadimento armonico, aspetto ineludibile ed essenziale per riconoscere una sorgente di blasone da una più ordinaria. Riassumendo...Innanzi tutto un guadagnato elogio per la Super Elys, una testina dall'ottimo carattere ed equilibrio, sostanzialmente naturale nell'emissione, calibratamente dettagliata, estremamente tollerante nell'abbinamento. Raffina le prestazioni del P-3 con un'aggiunta di elegante rifinitura, controllo, punch e discriminazione della scena acustica. Queste doti appaiono più nitide e sviluppate con il P-25, ma è con il P-9 che si esaltano e brillano di luce propria. Pur non arrivando all'esplosivo nitore e dinamica dell'Exact, la Super Elys si propone come una delle MM più complete e versatili d'inizio decennio, con tutte le carte in regola per diventare un nuovo classico, innalzando il credito dei fonorivelatori a magnete mobile in generale e fornendo ai possessori di macchine Rega un credibile passo in avanti per migliorare le performance del proprio vinile. Un plauso personale al buon vecchio P-3 che, dotato di una testina di classe superiore, rafforza e certifica quanto di buono si è scritto su esso da più lustri. Il P-25, più vicino al P-9 che al P-3, è uno dei giradischi più concorrenziali da acquistare oggigiorno, in piena sbornia digitale, mentre il P-9 rimane quell'intrigantissima ed efficace "soundmachine" che conoscevo, capace di catturare l'attenzione all'ascolto con una rara, alta tensione musicale, impreziosita da un sostanzioso bagaglio di chicche soniche tout-court. l vinilisti possono dunque dormire sonni tranquilli: finche c'è Rega, c'è musica; musica "nera".

Gianfranco Machelli

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