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329 – febbraio 2001 |
Rega P3 2000 |
Luca Lombardi |
REGA P3
Il Best Buy per eccellenza si rinnova "se mai ce ne fosse
stato bisogno" per il 2001. L'estetica rimane quasi immutata, ma in parte
sono visibili gli accorgimenti adottati per migliorarne le prestazioni. Il braccio
resta l'inossidabile RB300, una garanzia.
- Sono oltre venticinque anni che la Rega produce il Planar
3, e grazie a questo giradischi l'azienda è entrata di diritto nella
storia dell'alta fedeltà. Con il nuovo P3 sono sicuro sentiremo parlare
ancora di analogico per i prossimi anni a venire. Si è detto praticamente
di tutto sul Planar 3 e quando se ne parla si rischia di diventare noiosi
e ripetitivi. Comunque non posso non ringraziare come audiofilo il "guru"
della Rega Roy Gandy per aver consentito a molti come me di entrare nel magico
mondo del disco nero senza spendere troppi soldi. Veniamo al nuovo giradischi
P3 che insieme alle nuove versioni del lettore CD Planet e dell'amplificatore
Brio, provato sul numero di novembre, e altri prodotti si inserisce nella
nuova linea Rega 2000. Una volta estratto dall'involucro le uniche differenze
che si notano "ad un primo sguardo" sono il design della base in
MDF la quale pur mantenendo il telaio rigido, ha un taglio leggermente differente
che ricalca le forme più moderne e funzionali dei fratelli maggiori
P25 e P9. In realtà la base è stata costruita con un composto
di MDF in una mescola diversa dal passato, che oltre a diminuire il peso di
un 20%, migliora la resistenza alle vibrazioni, forse l'unico piccolo neo
del Planar 3. Il piatto in vetro, il contropiatto e il feltrino sono rimasti
immutati e per scovare le altre piccole ma importanti differenze bisogna guardare
il P3 all'interno del proprio cuore, dove batte una nuova linfa. È
come se il Planar 3 si fosse fatto installare un by-pass: infatti, la novità
principale, oltre a qualche modifica nell'alimentazione, è soprattutto
nel motore, di nuova concezione e che, a differenza del precedente, è
fissato alla base con un blocco adesivo, metodo usato per i sistemi aerospaziali.
In poche parole il motore è lo stesso di cui è dotato il più
costoso P25, e si tratta di un dispositivo più silenzioso e preciso
per svolgere con diligenza il lavoro affidatogli e influire il meno possibile
sul piano delle risonanze e delle vibrazioni. Queste modifiche oltre a migliorare
i dati tecnici, come un abbassamento del wow and fluter, si fanno sentire
anche nel suono, ma devo ammettere solo dopo un attento confronto. Il P3 guadagna
maggiore precisione e chiarezza su tutta l'immagine con una migliore facilità
nel riprodurre la musica, insomma un suono leggermente più moderno
senza per questo perdere quelle caratteristiche timbriche e di musicalità
che l'hanno reso famoso. Questo giradischi, come tutti quelli dotati di telai
rigidi, è più facile da regolare in maniera perfetta rispetto
ai modelli con telaio flottante. Anzi, il Rega che è giunto in redazione
lo è ancora di più poichè dotato della testina Rega Elys
che si monta con tre viti come da tradizione di questo marchio. Rega e Linn
sono gli unici costruttori al mondo che adottano questo sistema nelle proprie
testine, con la differenza che la Rega monta l'unica vite delle tre, che va
a formare il triangolo, in posizione frontale invece che posteriore. Dunque,
per chi non lo sapesse è impossibile accoppiare bracci Rega con testine
Linn o viceversa bracci Linn con testine Rega. Inoltre, l'utilizzo di testine
Rega, oltre garantire la messa in dima al 100%, assicura una perfetta sinergia
con il suono della casa inglese. Ricordo che la testina Rega Elys è
una MM con stilo ellittico non sostituibile e con una tensione d'uscita piuttosto
alta e che si attesta intorno a 6,5 mV. Mi è sembrato che questa testina
possegga una buona estensione sulle frequenze estreme e una pulizia di suono
ed assenza di colore non comuni a tutte le MM. Inoltre, non ha mai espresso
il suo carattere, per alcuni versi deciso, con note fastidiose o troppo dettagliate,
ma anzi si è dimostrata una testina autoritaria nelle frequenze alte
e pervasa da una leggera morbidezza che non dispiace e da un medio leggermente
asciutto e piacevole. Il Rega è stato inserito in due impianti composti
dal giradischi Linn Sondek e Rega Planar 3 vecchio tipo, lettore CD Revox
B226 utilizzato come meccanica e leggermente modificato da me in abbinamento
al convertitore Audio Research DAC 1, amplificatore Exposure XV, preamplificatore
SP 14 e finali mono M 100 dell'Audio Research, diffusori Rogers studio la,
B&W 601 S2 e Van den Hul, cavi di segnale e potenza Luminous Audio Technology,
Audioquest e Van den Hul, Q-Damper e punte e sottopunte SUONOPoint sistemate
sotto i vari componenti. Anche se mi era stato detto che il giradischi aveva
suonato in precedenza, dopo un primo ascolto, ho ritenuto di dover continuare
il rodaggio ancora per alcune ore per fare ammorbidire ancora di più
il suono. E per questo motivo ho posizionato sul giradischi un disco a cui
non tengo in maniera particolare e che utilizzo con piacere per questo scopo.
Inoltre ho controllato il peso della testina nel dubbio che si fosse spostato
durante il trasporto. Ho trovato il peso regolato su 1,80 g, posizione che
ho lasciato per alcune ore, per poi abbassare il peso con l'ausilio della
mia fedele bilancina Sure, dagli 1,80 g ai 1.75 g, valore consigliato dalla
casa madre. Dopo alcune ore di rodaggio il suono si è ammorbidito notevolmente
e qualche leggera esuberanza della gamma alta è sparita lasciando posto
ad un suono più dolce. Il P3, per esprimersi al meglio necessita di
essere appoggiato su una base che sia rigorosamente in piano o meglio ancora
su una mensola a muro. Se non ricordo male, la Rega stessa produce una mensola
studiata apposta per i suoi giradischi. Ho provato ad inserire sotto ai piedini
del giradischi i Q-Damper e varie punte con esiti negativi. Solo in un caso,
quando ho usato i Q-Damper sotto al giradischi in abbinamento alla testina
Sumiko Blue Point Special, ho ottenuto dei miglioramenti, un suono più
trasparente e in un certo senso la musica risultava più piacevole.
Come al solito sconsiglio di modificare l'equilibrio dell'impianto con questi
favolosi accessori senza aver prima verificato di persona l'effettiva efficacia.
A seconda dei gusti si può togliere il coperchio durante l 'ascolto
oppure no: senza il coperchio, il P3 è più arioso. Come ormai
consuetudine sono passato dalla musica da camera al rock più duro senza
alcun problema. Ho iniziato l'ascolto con il jazz, genere in cui credo il
Rega riesca ad esprimersi con particolare disinvoltura. Il primo disco è
stato uno dei tanti capolavori di Sonny Rollins Way 0ut West edito dalla Analogue
Productions, un disco che non dovrebbe mancare nella case degli audiofili
amanti del genere. Pur essendo una registrazione risalente agli anni Sessanta,
possiede una trasparenza e musicalità sconosciute a molte registrazioni
moderne. Il P3 riproduce il sax di Sonny Rollins in maniera sublime e reale
tanto da avere la sensazione che l'artista sia presente con il suo strumento
nel mio ambiente d'ascolto. Ho proseguito l'ascolto con un disco che ormai
è diventato un classico per molti audiofili Jazz At The Pawnshop stampato
su etichetta Proprius. Era da tempo che non ascoltavo questo capolavoro sotto
tutti i punti di vista, sia tecnici che artistici. Brano dopo brano la pulizia,
l'ottimo senso del ritmo e la buona ricostruzione dell'immagine mi catturano
completamente. Il Rega mi catapulta nel locale svedese dove è stata
effettuata la registrazione e solo quando il pubblico applaude mi rendo conto
di non essere lì risvegliandomi da un sogno piacevole ed emozionante.
Dopo il jazz sono passato al blues-rock di Stevie Ray Vaughan in uno dei capolavori
del chitarrista americano. La batteria scandisce il tempo con precisione,
i piatti in evidenza accarezzano l'ascoltatore con dolcezza. La chitarra di
Vaughan è palpabile per presenza. Il basso è preciso, pulito
e abbastanza controllato, forse più controllato del Planar 3. Il tutto
scorre con naturalezza e precisione. Sono finalmente entrato in possesso delle
favolose ristampe dei primi due vinili dei Led Zeppelin dopo avere aspettato
quasi un anno per rinvii vari fatti dalla Classic Records che li ha riesumati
in maniera quasi impeccabile. Ora aspetto con ansia l'uscita dei Led Zeppelin
III e IV che probabilmente, se non ci saranno ulteriori ritardi, saranno disponibili
quando leggerete questo articolo. Purtroppo non è facile trovare questi
dischi in Italia, forse è impossibile, poiché, a quanto mi risulta,
la Classic Records non è importata. Per i navigatori di internet non
sarà difficile scovarne una copia in uno dei tanti negozi di vinile
sparsi per l'Europa o l'America. L'unica nota negativa di questi dischi è
il prezzo che si aggira intorno alle settanta mila lire l’uno. Ho iniziato
l'ascolto con uno dei brani a me più graditi dei Led Zeppelin I: Babe
I'm gonna leave you dove le chitarre acustiche con una timbrica sempre corretta
si alternano tra i due diffusori, la voce graffiante di Jimmy Page è
al centro della sala d'ascolto mentre un suono raffinato accompagna il resto
degli strumenti. Dal disco Led Zeppelin II ho ascoltato vari brani e sempre
con una buona dose di coinvolgimento. Esempio tra tutti l'ormai intramontabile
Whole Lotta Love che è stato riprodotto con una buona messa a fuoco
e una altrettanto valida dinamica. Mi accingo ad ascoltare un altro capolavoro
del rock interpretato dai Queen, A Night at the Opera da poco ristampato su
un pesante vinile da 180 g dalla DCC. Consiglio questo vinile a tutti coloro
che si fossero persi la favolosa stampa della MFSL più comunemente
conosciuta come Original Master Recording. La stampa DCC possiede delle indubbie
qualità che le permettono sotto il profilo del suono di surclassare
la ristampa del centenario della Emi. Purtroppo, come accade per la Classic
Records, non è facile da reperire questa etichetta nel nostro paese.
Il Rega, qualsiasi cosa gli si chieda di riprodurre, aggiunge alla musica
quel tocco magico che continua a fare di questo giradischi un leader nella
sua categoria. Il suono è morbido ma dettagliato, la voce di Freddy
Mercury è calda e vellutata, il basso è controllato e preciso.
Anche i Metallica di Master of Puppets sono riprodotti con un suono pulito,
veloce, corretto timbricamente e con una buona dinamica. Sono passato sempre
con piacere a tutt'altro genere. Ottima esecuzione della Toccata e Fuga D-Moll
di Johann Sebastian Bach, BWV 565 da parte di Karl Richter su etichetta Deutsche
Grammophon. Con l'organo si apprezza ancora una volta la famosa gamma media
del Rega, cavallo di battaglia di questo giradischi. L'organo è naturale
e ben equilibrato su tutte le frequenze riprodotte. Le note inferiori, pur
non essendo profondissime, sono veloci e ben controllate. Passando a Sergei
Rachmaninov nel Preludio in do minore Op. 3 n.2 inciso dalla Decca ed interpretato
da Vladimir Ashkenazy, il pianoforte è naturale e presente nell'ambiente
d'ascolto con quel tocco magico che solo l'analogico riesce a restituire.
Anche la grande orchestra è riprodotta abbastanza bene nelle Sinfonie
nn. 7 e 8 di Schubert dirette da Herbert Von Karajan con i Berliner Philharmoniker.
L'orchestra è dinamica e si propaga bene nell'ambiente ovviamente non
con lo stesso impeto del più costoso fratello maggiore P9 ma in modo
senz'altro valido. Sinfonia dopo sinfonia il tutto scorre con la necessaria
fluidità musicale. In alternativa alle buone e facili da istallare
testine Rega, si possono prendere in considerazione altre testine per ottenere
altrettanto validi risultati con sfumature sonore differenti. A seconda dei
gusti, la scelta è ampia, nella mia esperienza ottimi risultati li
ho ottenuti con le più calde e armoniche Grado (sconsiglio l'abbinamento
con le testine Grado della serie Reference in legno, perchè pur suonando
divinamente con il Rega, portano con se un non piacevole ronzio di sottofondo,
avvertibile specialmente ad alto volume, all'inizio e alla fine del disco).
Per chi volesse una MC a bassa o alta uscita, da prendere in considerazione
la raffinata e musicale Golding Eroica, oppure la più dettagliata e
ariosa ma sempre timbricamente corretta Sumiko Blue Point Special. La Sumiko,
essendo più alta, in teoria necessiterebbe dei dischetti alza braccio
per consentire all'RB 300 di essere all'altezza giusta, ma personalmente preferisco
montare questa testina senza l'aggiunta degli spessori, poichè rendono
il suono troppo dettagliato per i miei gusti. Parte delle modifiche applicate
sul P3 possono essere fatte sulla vecchia versione del giradischi, in particolare
è possibile sostituire il motore interpellando l'importatore italiano.
A questo punto, consiglio, dopo avere ascoltato il nuovo P3 e costatato degli
effettivi miglioramenti che questa modifica apporta, contattare l'importatore
Suono e Comunicazione per avere informazioni più dettagliate sul da
farsi, anche se non è evidentemente possibile sostituire la base, altra
responsabile dei miglioramenti. In conclusione, non posso che ribadire le
qualità che il P3 ha dimostrato in questa prova. Un giradischi dal
suono come sempre asciutto, con una buona timbrica e soprattutto una musicalità
che pochi altri giradischi, anche dal prezzo superiore, riescono a trasmettere
all'ascoltatore. Un bel passo per entrare nel fantastico mondo dell'analogico.
Per noi un Coup de foudre!
Luca Lombardi