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Argomento della recensione |
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Suono |
349 – ottobre 2002 |
Rega Planar 25 |
Roberto Rocchi |
REGA P25
La Rega ottiene ottimi risultati apportando piccole ma fondamentali
modifiche ai propri giradischi, migliorando la qualità sonora senza per
questo sconvolgere la tradizionale linea estetica o tradire la filosofia di
costruzione.
- Il giradischi P25 con braccio RB600, si pone nel catalogo
Rega a metà strada tra l'economico, affidabile ed oserei dire "
storico" Planar 3 accessoriato con il braccio RB300 ed il costoso Planar
9 con l'eccellente braccio RB900. Mi domanderete: allora qual è la
novità che riguarda il giradischi P25 visto che non si tratta di una
novità assoluta? Ebbene, la novità sta nell'alimentazione elettrica
e nella relativa circuitazione che sono state isolate in un cabinet esterno
di non contenutissime dimensioni, che altro non è che l'alimentatore
esterno Orbit sempre della Rega. Sicuramente i giovani appassionati che personalmente
stimo e ammiro, ma che soprattutto considero come neofiti che hanno necessità
di utili consigli piuttosto che essere giudicati "ignoranti e ciuchi"
come qualcuno ama definire chi compie inesattezze di gioventù faranno
spallucce nei riguardi di questa novità. È necessario quindi
informare circa l'assoluta importanza che riveste una soluzione del genere
allo scopo di ottenere un risultato sonoro di indubbia considerazione. Infatti
l'alimentazione elettrica non debitamente lontana dal resto della circuitazione,
innesca una serie di problematiche relative a vibrazioni e campi elettro-magnetici
che inficiano negativamente sul segnale musicale generato dalla testina. Tengo
a ribadire il concetto che, nel campo delle sorgenti analogiche, la cura maniacale
che bisogna applicare nel sistemare ed ottimizzare l'apparecchio non è
un inutile vezzo, ma una necessaria applicazione per non svilire ed annullare
tutto ciò che di buono o magico il vinile è in grado di offrire.
A volte basta poco per far compiere un salto di qualità evidentissimo
al risultato sonoro, è sufficiente regolare il VTA, l'antiskating o
il peso di lettura o più semplicemente sistemare il giradischi su una
base adeguata. La cosa che più affascina è che questo "poco"
non costa assolutamente nulla poichè è solo frutto della propria
capacità, esperienza e sensibilità. Proprio una di queste particolari
attenzioni, in assoluto tra le più benefiche ed importanti che un costruttore
possa mettere in pratica, è quella di separare il giradischi dalla
propria alimentazione sistemandola in un cabinet apposito che può essere
posto il più lontano possibile dalla sorgente stessa, in modo da azzerare
le negative influenze delle interazioni deboli che possono insorgere. Ma torniamo
all'oggetto della nostra prova: il P25 somiglia esteticamente al P9 ed ha,
in più rispetto al P3, la ormai famosa cornicetta intorno al telaio
tra l'altro disponibile in più finiture di legno. Ricordo che al P9
potevano essere inflitti sul telaio potenti colpi con i più disparati
arnesi senza avvertire nessun feedback; nel P25 invece esiste un certo avvertibile
ritorno sui diffusori, segno questo di una giustificabile minore cura nei
riguardi di questo aspetto dati i presupposti di economicità di questa
sorgente. Del P3 conserva il piatto di cristallo, l'ottimo motore Philips
a 24 poli non più montato elasticamente al telaio, ma in modo rigido
che, nonostante sia plausibile pensare l'esatto contrario, non trasmette nessuna
vibrazione al telaio stesso. Indubbiamente è il tipico segnale di un'applicazione
molto funzionale dettata dalla enorme esperienza Rega. L'intero piatto poggia
su tre grossi e gommosi piedi che risultano essere il miglior sistema di appoggio.
Infatti provando a sistemare punte, bolle ad aria, ed ammortizzatori vari
il risultato sonoro è peggiore, per cui il consiglio è di non
cambiare proprio nulla e lasciare le cose come stanno. L'unica cura sarà
quella di sistemare il Rega su una base la più rigida possibile badando
che il tutto sia perfettamente orizzontale. Come ho già detto, il braccio
è I'RB600 dotato di propri cavi terminati con gli eccellenti Neutrik
Profi. L'esemplare in prova è giunto con la testina Exact già
montata, per cui per una volta mi sono risparmiato la fatica dell'assemblaggio,
il Rega P25 è stato immediatamente inserito nella catena di riferimento.
La voce di Bob Dylan risulta calda e giustamente ruvida, forse appena più
asciutta di quanto sia abituato ad ascoltare; anche gli strumenti come l'armonica
a bocca ed il basso elettrico appaiono dinamici e veloci restituendo una forte
sensazione di presenza ed un controllo sonoro superiore alle aspettative.
La scena è ampia ed i piani sonori sono suddivisi in modo preciso e
netto. Questo genere di sonorità stimola l'ascolto delle voci femminili.
Armeggiando con i dischi mi capita tra le mani A Maid of Constant Sorrow (versione
in stereofonia), il primo LP di Judy Collins, il disco è originale
dell'epoca e molto forte è la sensazione di immediatezza della voce
della Collins che appare fisicamente scolpita a grandezza naturale lungo il
palcoscenico sonoro, compresa la chitarra che offre un suono secco e poco
armonico, registrata magistralmente ad un volume alto ma che non cade mai
nella trappola della sgradevole distorsione. La voce di Tracy Chapman è
restituita nel suo giusto registro gutturale e profondo, fatto di delicate
impennate molto rotonde e prive di picchi dinamici, ed occupa lo stage immersa
tra gli strumenti, generando un evento musicale molto equilibrato ed un suono
che non offre mai la sensazione di provenire direttamente dai diffusori. Il
P25 quindi ha nei riguardi dell'aspetto tonale una cura attenta e precisa
che denota l'azzeccata impostazione delle scelte tecniche nell'assemblaggio
meccanico del giradischi. Le basse frequenze sono ben controllate e pur essendo
scheletriche ed asciutte risultano coordinate con il resto dello spettro sonoro.
Questo senso di amalgama e di equilibrio è ribadito con Prince che
si avvale spesso del parossismo musicale generato da strumenti elettrici,
percussioni spinte, cori e voci stirate al massimo che metterebbero in seria
difficoltà la capacità di tracciamento di qualsiasi giradischi.
Il Rega P25 dimostra ancora una volta una compostezza da primato ed una solidità
musicale che non molti giradischi possiedono meritando, a pieni voti, di appartenere
ad una classe di apparecchi a parte, vale a dire quella categoria che “non
si discute”, quella che fa alzare le braccia in segno di resa o di assoluto
consenso. Casomai la scelta da operare da parte dell'appassionato è
quella relativa alla scelta dell'impostazione musicale di tutto l'impianto.
Infatti bisogna tenere ben presente che, come del resto tutte le sorgenti
analogiche a telaio rigido, il P25 è votato alla dinamica ed alla velocità
che, qualche volta, può essere tacciata di eccessiva asciuttezza o
di poca cura dell'aspetto armonico dell'evento musicale. È questo quindi
il campo in cui gioca un ruolo importante il compromesso o, se volete, la
scelta del carattere sonoro dell'impianto di cui parlavo poc'anzi. Sappiate
allora che l'alimentazione separata del P25 aumenta in modo indiscutibile
la silenziosità intertransiente e, di conseguenza, aumenta la sensazione
dello spazio vuoto tra gli strumenti e le voci che occupano l'avvenimento
musicale. Il suono in questo modo viene riproposto con maggiore naturalezza
e trasparenza rispetto a quanto, a memoria,. ricordo possa essere ottenuto
con la precedente versione del P25. La vita è più facile quando
le regole sono chiare ed il Rega P25 con la testina Exact accoppiata (che
tra l'altro mi sembra faccia parte di una promozione commerciale) rendono
tutto molto facile a chi ha deciso di intraprendere o migliorare l'ascolto
in analogico. A partire dal facile raggiungimento della sistemazione ottimale
di questa sorgente, ad arrivare al riscontro musicale che fin dalle prime
battute non ingenera nessun tipo di dubbio nell'appassionato che si lascia
docilmente coinvolgere nell'ascolto della musica preferita, obbiettivo primario
di qualsiasi audiofilo.
Roberto Rocchi